Perchè lo psicologo
Spesso bisogna affrontare periodi difficili e complicati, che mettono a dura prova la `resistenza` e la capacità di una persona di far fronte al disagio che sta vivendo. A volte il malessere si manifesta attraverso reazioni spropositate, difficoltà che vengono vissute in maniera totalizzante e alle quali non si riesce ad attribuire un senso, che possono arrivare a compromettere la propria identità.
Accade così che stati emotivi, quali ansia eccessiva, rabbia, senso di inadeguatezza, intolleranza alle frustrazioni, travolgano la quotidianità e, quando sono troppo intense o durature, possano impedire di sentirsi soddisfatti in relazione ai vari ambiti della vita (condurre bene il proprio lavoro, trarre piacere dalla relazioni con gli altri, etc.) e al rapporto con se stessi (il senso di autostima, l`opinione che si ha di sé, la capacità di prendere decisioni importanti per la propria vita, etc.).
La volontà di vivere serenamente e in equilibrio psicofisico nei confronti sia di sé che delle proprie relazioni più importanti, è la più potente spinta vitale che una persona possa avere. Questo desiderio include anche la capacità di saper chiedere aiuto.
Rivolgersi a uno psicologo è un atto di cura e di attenzione verso se stessi. Durante i colloqui, attraverso il dialogo e l`ascolto emotivo, viene offerto uno spazio di pensiero attraverso il quale risignificare le esperienze e i vissuti, creare nuovi sensi e tracciare nuovi percorsi di conoscenze. Il sintomo (l`ansia, le preoccupazioni invasive, gli sbalzi d`umore, l`insonnia, etc.) indica la manifestazione di un disagio spesso confuso, che non ha una precisa collocazione e spiegazione, ma che allo stesso tempo è il prezioso `campanello d`allarme` di un malessere che ha bisogno di trovare un luogo e uno spazio di ascolto, di comprensione e di contenimento.